Relazione settimana

RELAZIONE

Gottarelli

Antonio Gottarelli

Architetto, archeologo, Direttore Centro di Ricerca Te.m.p.l.a. ­ Dipartimento di Storia Culture Civiltà Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Direttore del Museo Civico Archeologico di Monterenzio, membro della commissione permanente istituita presso il Ministero per i Beni Culturali.

 

 

 

 

 

 

1965 ­ 2015
Un parco Archeologico e un nuovo allestimento Museale per il 50° anniversario delle ricerche sul Monte Bibele

Monte Bibele è un progetto culturale raro e prezioso, se rapportato alle vicende che hanno caratterizzato le politiche dei beni culturali del dopoguerra in Italia. È infatti difficile trovare altri casi, se non per grandi emergenze monumentali soggette all’attenzione internazionale, in cui un’area archeologica è stata indagata ininterrottamente per più di cinquant’anni anni, consentendo una progettualità ed una programmazione che porterà oggi, nel 2015, all’inaugurazione dell’Area d’Interesse Archeologico Naturalistico di Monte Bibele e, in contemporanea, all’ampliamento d’allestimento del Nuovo Museo Civico Archeologico di Monterenzio.

Certo nulla sarebbe stato possibile se non ci fosse stata una perdurante, assidua e responsabile presenza delle Istituzioni più vicine al nostro territorio, quali, in primis, il Comune di Monterenzio e l’Università di Bologna con il Dipartimento di Storia Culture Civiltà, la Provincia di Bologna ­ora Città Metropolitana, la Regione Emilia Romagna, l’Istituto per i Beni Culturali, la Soprintendenza Archeologica e la Direzione Regionale MIBACT: ma nulla sarebbe stato fatto se all’interno di esse non avessero operato persone che hanno condiviso la percezione del Monte Bibele come loro personale luogo dell’anima, luogo da preservare, da condividere, da conservare per il proprio futuro e per quello delle generazioni a venire. È dunque nella capacità di chi ha condiviso negli anni quel comune intento che il miracolo Monte Bibele continuerà.

Dalla passione e perseveranza di molti ha preso forma un progetto già delineato sin dal 1989 e che per tutti questi anni è stato solo una speranza di inchiostro sulla carta. L’occasione è giunta con il contributo dei fondi europei per lo sviluppo regionale dell’Emilia Romagna POR FESR 2007/2013, fondi che hanno individuato nella riqualificazione, valorizzazione e promozione del patrimonio pubblico una via di sostegno allo sviluppo socioeconomico del territorio, tramite l’offerta di servizi qualificati in funzione di promozione turistica. Il valore di Monte Bibele è stato per la prima volta ufficializzato e trasformato in un riconoscimento economico atto a creare un sistema integrato di percorsi tra ambiente, natura e storia, un vero e proprio tuffo nella biodiversità e nell’antropizzazione.

Una storia, quella del Bibele, che è arrivata al compimento del suo primo, lungo, faticoso, appassionante capitolo, che si conclude a lieto fine con la concretizzazione di idee troppo a lungo rimaste tali: una passeggiata lungo l’antica via della Carrozza che porta da Quinzano al crinale, un giro per i sentieri in mountain bike, a cavallo, in gruppo o in solitudine, in autonomia o accompagnati da guide esperte, una sosta nel nuovo centro servizi, ma anche un weekend o un soggiorno nel nostro Appennino alla riscoperta dei suoi tesori culturali ed enogastronomici, della pace di una notte lontana da ritmi frenetici, alla ricerca di un tempo slow per se stessi. Un passato che rivive, un insediamento che ha sì il suo fulcro nel IV e III secolo a.C., quando i Celti e gli Etruschi occupavano la Valle dell’Idice, ma che alcune ricostruzioni di abitazioni di quell’epoca rendono oggi tangibile, un viaggio nelle emozioni che la natura ha trasmesso ai popoli di allora e continua a trasmettere, rendendoci sua parte integrante, portando l’uomo a leggerne ogni aspetto e ad osservare e conoscere ogni suo mutamento, dal cielo alle profondità della terra, tra culti e rituali consacrati. Donne e guerrieri che vigilavano sulle vie che univano il mondo mediterraneo e il mondo transalpino, avamposti che potevano vedersi l’un l’altro, villaggi che producevano e commerciavano a lungo raggio. Qui ogni singolo dettaglio di vita, ogni singolo reperto, ci conduce in luoghi e tradizioni lontane.

Un luogo di grande evocazione emotiva e culturale: nei quasi 200 anni di vita del villaggio di Monte Bibele le generazioni che si susseguirono furono in parte protagoniste e in parte testimoni, non del tutto inconsapevoli, di avvenimenti che cambiarono radicalmente la storia del continente europeo e quella delle sue relazioni con l’intero mondo allora conosciuto, dalle sponde atlantiche a quelle mediterranee orientali, fino alle remote terre della Valle dell’Indo. Mentre il Bibele viveva, Alessandro il Grande dilatava i confini del mondo: i filosofi greci misuravano l’estensione del nostro pianeta. Gli abitanti del villaggio svolgevano attività che per millenni erano state il sostentamento dei loro avi, ma già erano capaci di realizzazioni quali il quadrante solare, antica “bussola” per l’orientamento astronomico e geografico, strumento modernissimo per chi si preparava a conquistare il mondo. Un bosco che ha ospitato uomini liberi, che anche nella morte vollero continuare quell’oscuro viaggio nell’Aldilà che oggi trova luce. Viaggio ­ oggi lo sappiamo ­ non in un luogo, ma in un tempo: il tempo della loro riscoperta, della loro conoscenza e della nostra consapevolezza.

Il progetto culturale e il suo aspetto fortemente evocativo fanno sì che l’area di Monte Bibele sia tutt’uno con il percorso espositivo del Museo Archeologico di Monterenzio. Per questo al grande parco a cielo aperto si affianca un allestimento museale del tutto rinnovato, con nuove vetrine e una ricchissima sezione che ci offre una storia parallela: quella di Monterenzio Vecchio e della sua antica comunità. Ancora donne e guerrieri, guidati da un ricco capo che venne sepolto con tutte le sue armi splendidamente conservate, con il suo elmo in bronzo che ancora riluce di patina aurea, con la sua spada al fianco, riposta nel fodero di ferro, e con tutto il suo servizio da mensa per un sontuoso banchetto nell’Aldilà.

In questo grande affresco di antichità e in questo bucolico scenario naturale, la tecnologia accompagna, grazie ai codici QR distribuiti lungo le vie e i sentieri, quanti vogliano vivere e approfondire la conoscenza di quei luoghi e di quella storia. Indicazioni pratiche e approfondimenti multimediali in lingua italiana e in tre lingue straniere, un modo semplice di restituire il Monte Bibele ai suoi legittimi proprietari: la comunità internazionale.