Riunione ordinaria n. 10 del 29 dicembre: Auguri e considerazioni dei soci in un Natale speciale
Relazione settimana
Considerazioni sul 2020, auspici per il 2021
Grazie alla disponibilità dei soci che oggi offrono al club il loro personale contributo e considerazioni a proposito di questo Annus Terribilis” vediamo di fare un punto della situazione.
E’ indubbio che sono, e stanno succedendo cose particolari, nuove e “pesanti” sia da un punto di vista economico che per la salute, ma non di meno nei rapporti interpersonali, basta vedere come il Rotary stesso ha modificato il proprio modo di relazionarsi.
Eppure siamo in grado di insegnamento e spunto per fare bene e meglio, sarà possibile farlo? Ssaremo cosi intelligenti da ottenere un miglioramento nella nostra società da un momento come questo e che nonostante le speranze di tutti durerà ancora un bel po’?
Ricordo che agli inizi qualcuno, serio, ricordava che “Biologicamente” le infezioni come questa, pandemie o epidemie che siano, hanno dei cicli che non è facile interrompere, magari si può accorciare qualcosa, ma noi ci dimentichiamo che abbiamo a che fare con LA NATURA, la quale ha delle regole che noi stiamo ancora imparando. (Cristina Franchini)
Il presidente Alessandro Morisi : In questa riflessione di fine anno, non posso non parlare della pandemia. Mi fa molto riflettere scrivere queste brevi note, dopo aver già scritto un pensiero durante il primo lock down. Rileggerlo è un esercizio di grande impatto perché ci fa vedere con il senno del poi, quali erano gli stati d’animo iniziali e le aspettative e confrontarli con quanto in effetti si è realizzato.
Una cosa è certa. Questa pandemia, di “origine animale”, ha colpito quasi esclusivamente l’uomo, il più evoluto e civilizzato dei figli di Dio che, così, è stato costretto a rallentare o addirittura fermare, per qualche tempo, una corsa che durava, ininterrotta, da quasi trecento anni. Una maratona costellata da successi eccezionali, a raggio esponenziale, in cui, però, l’uomo ha finito con il perdere contatto con la realtà che lo circondava, concentrandosi soltanto su se stesso.
Durante la pandemia si sono fermate le fabbriche, si sono spente le luci, è diminuito drasticamente il flusso delle relazioni sociali e queste ultime, in molti casi, hanno assunto forme prima d’ora sconosciute. Siamo stati quindi costretti a modificare le nostre abitudini di vita e questo è stato da molti percepito come un disvalore, un irrimediabile depauperamento del benessere cui eravamo abituati. E nel frattempo, tutto ciò che non afferiva al mondo “civilizzato”, come per miracolo divino, è rifiorito a nuova vita: dalla riduzione del buco nell’ozono, alla crescita degli sciami di api e ancora dalla drastica riduzione delle polveri sottili in atmosfera alla diminuzione dell’inquinamento acustico e luminoso, per citarne soltanto alcuni.
I giornali, e i media in genere, aggiornando quotidianamente i numeri delle vittime, purtroppo numerose, parlano di decrescita economica, drastiche riduzioni del Pil su base annua, chiusure di attività e scenari apocalittici, quali conseguenze della pandemia. Scenari che spaventano tutti, me compreso, ma che probabilmente impediscono di vedere quelli che sono le significative verità che questa pandemia, con tutta la sua durezza, ha disvelato.
Davvero questa umanità non si può permettere di rallentare i ritmi di crescita imposti dalla globalizzazione, senza per questo dover pagare i costi altissimi di una drastica crisi economica?
Davvero non è pensabile uno sviluppo ed una crescita più consapevoli e razionali in cui la Terra, e tutte le biodiversità che la abitano, vengano preservate e consegnate più o meno integre alle generazioni future?
Si tratta di interrogativi che l’uomo si è posto ben prima della comparsa del Covid ma che, probabilmente, la pandemia ha permesso di ponderare da un diverso angolo prospettico: quello della introspezione.
Beatrice è molto sintetica e per ciò mi piace posizionarla alla fine di questo scritto: “Nella speranza che l’attuale pandemia si esaurisca in breve tempo, auguro a tutti un felice anno nuovo”
Questo è un augurio da tutti condiviso che sintetizza molti stati d’animo attuali.