Relazione settimana

RELAZIONE
Ron D Burton Discorso del Past President del RI Ron D. Burton all’Assemblea Internazionale di San Diego, California, USA | 12-18 Gennaio 2014

Aprirsi ai giovani

Buon pomeriggio.
È un grande onore per me essere qui oggi insieme a voi, i Governatori dell’anno 2014/2015.
Precisamente perché mi trovo davanti ai futuri leader del Rotary vorrei parlarvi di una questione legata alla sopravvivenza della nostra organizzazione: la questione dell’effettivo.
Si è detto molto a proposito dell’effettivo rotariano negli ultimi anni. Abbiamo bisogno di soci più giovani, di una maggiore presenza femminile, di un maggior numero di individui che rappresentano la diversità demografica delle nostre comunità: ma la verità è che abbiamo bisogno di più soci. Sappiamo bene perché: con più soci potremo rafforzare i club; potremo avere un maggiore impatto nelle nostre comunità e nel mondo; e potremo sostenere meglio la nostra Fondazione Rotary, con un maggior numero di volontari dediti a cambiare in meglio la vita di un numero sempre più vasto di persone. Tutto questo contribuirà a pubblicizzare il Rotary e a rafforzarlo.
Abbiamo passato molto tempo a discutere come attrarre nuovi soci. Abbiamo parlato di come presentare meglio il Rotary, come potenziare l’immagine pubblica, come avviare molteplici iniziative per suscitare l’interesse nel Rotary. Ma non ci siamo mai soffermati abbastanza su un tema ancora più fondamentale: che cosa fare perché ogni adesione riesca, perché i candidati non si limitino a diventare soci di un club, ma vi rimangano a lungo diventando Rotariani.
Dobbiamo analizzare attentamente i nostri club, individuare con onestà gli ostacoli che si frappongono all’affiliazione ed essere aperti al cambiamento: in modo che il Rotary si presenti come una scelta non solo attraente ma anche fattibile per i candidati di tutte le età.
Sono già molti i club che hanno intrapreso questa strada e si trovano con un effettivo in crescita, attività valide di servizio e Rotariani impegnati. Ma ancora maggiore è il numero di club statici o che addirittura stanno retrocedendo. Tra i vostri compiti di governatori distrettuali c’è anche quello di identificare questi club e aiutarli a cambiare. Significa capire che cosa non sta funzionando e quali potrebbero essere invece i modi migliori per aiutarli a crescere. Significa spingerli a riflettere in modo creativo e onesto su come aumentare il proprio impegno nel Rotary e come crescere tenendo conto del futuro dell’organizzazione. In molti casi significa anche essere disposti a fare le cose in modo un po’ diverso da come le si sono fatte in passato.
Non tutti i Rotary club devono conformarsi a un modello tradizionale; anzi, alcuni dei club migliori sono molto diversi dalla maggior parte dei nostri club. Qualche mese fa Jetta e io ci siamo recati a Charlotte, nella Carolina del Nord, in visita al Charlotte End-of-the-Week Rotary Club, i cui soci si riuniscono il sabato mattina dalle 10.00 alle 11.00 nei locali di una chiesa. Noi siamo entrati in sordina durante la riunione e li abbiamo colti di sorpresa. Tutti erano vestiti in modo molto casual. La prima cosa che ho notato era la presenza dei bambini dei soci, che stavano seduti tranquillamente attorno a un tavolino in un angolo della sala, con carta, matite colorate e qualche giocattolo mentre i genitori tenevano la loro riunione.
La maggior parte dei soci del club appartiene alla comunità haitiana di Charlotte. Nessuno di loro probabilmente si definirebbe facoltoso, ma posso dirvi con assoluta certezza che nel club ci sono dei Rotariani straordinari, persone che hanno trovato il modo di svolgere progetti di servizio viabili e adatti alla loro comunità.
Le riunioni non prevedono spese per i pasti; i soci a turno portano brioche o ciambelle per la colazione. Nessuno, inoltre, deve assentarsi dal lavoro o rinunciare a stare con i bambini sebbene tra i soci vi siano molte coppie: il sabato l’intera famiglia partecipa insieme alla riunione. A mio parere questo club è un esempio di come vivere la Famiglia del Rotary.
L’attività di servizio svolta da questo club è eccellente, migliore di quella svolta da molti club tradizionali. A livello locale i soci collaborano con un banco alimentare (Second Harvest Food Bank) e una mensa dei poveri, sostengono la Ronald McDonald House, donano computer a un centro di assistenza per le famiglie in crisi e raccolgono giocattoli e altri oggetti per un centro di accoglienza per donne maltrattate. A livello internazionale, in collaborazione con altri Rotary club, sostengono diverse attività di servizio in Haiti tra cui progetti di telemedicina, trattamento delle acque, fornitura di pompe solari e cisterne. Insieme all’associazione UNC Charlotte STARS Alliance hanno organizzato un corso bisettimanale di informatica. Il prossimo progetto prevede il sostegno a una scuola haitiana. I soci riescono a impegnarsi pienamente nel Rotary senza essere costretti a grosse rinunce; e i loro bambini attendono con impazienza il sabato mattina per vedersi con gli amici e magari ricavarne anche una merendina. E posso assicurarvi che questi bambini stanno crescendo con un’immagine positiva del Rotary ed è probabile che un giorno loro stessi decidano di diventare Rotariani.
L’età media dei soci in quel club è di 35 anni: un primato di cui non molti club possono vantarsi.
E non mi sorprenderei se alcuni di loro, in un futuro non troppo distante, si troveranno qui a San Diego, seduti in questa sala – perché sono impegnati nel Rotary, lo vivono in pieno, realizzano i suoi obiettivi: e non è questo il motivo per cui ci troviamo qui?
Se vogliamo attrarre nuovi soci dobbiamo riflettere anche su come si svolge la loro vita: sui loro impegni professionali come uomini e donne; sui loro impegni familiari, soprattutto se hanno bambini ancora piccoli che non riescono a vedere quanto vorrebbero; e sul budget a loro disposizione, che potrebbe non essere quello che abbiamo a disposizione noi, a questo punto della nostra vita.
E questo mi porta a fare un’altra osservazione, soprattutto se vogliamo seriamente reclutare più soci, in modo particolare tra i giovani. Ed è la questione dei costi: quanto costa effettivamente essere soci attivi di un Rotary club.
Non è un problema che possiamo risolvere a Evanston. Le quote sociali che ognuno di noi versa al Rotary International sono state fissate a 53 dollari all’anno: poco più di una tazza di caffè raffinato al mese. Non sono queste le spese che impediscono l’affiliazione al Rotary, ma piuttosto i costi aggiuntivi imposti a livello di club e distrettuale, che possono raggiungere le migliaia di dollari all’anno. E stiamo parlando solo di quote sociali, senza contare le spese richieste per partecipare alle varie iniziative rotariane, come progetti, congressi distrettuali, riunioni conviviali, cene di fine anno, raccolte fondi per la Fondazione e gli Istituti.
Vogliamo davvero continuare a imporre queste quote per attività non necessarie e spesso non richieste, a persone il cui desiderio è invece quello di servire? Non vi sembra controproducente? Non sarebbe meglio abbassare i costi e aumentare invece il numero dei partecipanti e il livello del servizio?
Il Rotary non è un’organizzazione a taglia unica. Per alcuni club un pranzo o una cena in un buon ristorante è un’esperienza importante, e va benissimo così. La nostra intenzione non è imporre ai club di cambiare. Ma dobbiamo accettare che vi siano modelli diversi, a livello locale e di club, e dobbiamo incoraggiare i Rotariani a organizzarsi nel modo che funziona meglio nelle loro comunità. Ed è per questo che abbiamo deciso di istituire i piani regionali per l’effettivo: per consentire alle diverse regioni di identificare le strategie che funzionano meglio nelle loro aree.
Una certezza comunque c’è: non possiamo continuare come in passato, perché il mondo non è più lo stesso di prima. Dobbiamo essere coraggiosi, flessibili, tolleranti. Dobbiamo ricordarci che i punti di forza che vediamo rappresentati in questa sala – centinaia di persone, che provengono da culture diverse e parlano lingue diverse – costituiscono un fondamento della nostra organizzazione. Ed è precisamente con questa consapevolezza che non possiamo limitarci a reclutare solo persone a nostra immagine e somiglianza. Il Rotary è il luogo dove rispettiamo le nostre differenze. E come accettiamo che il Rotary abbia un aspetto diverso nelle diverse zone, dobbiamo accettarne le diversità anche a livello di club. Se condividiamo gli stessi ideali siamo tutti Rotariani. E il Rotary è in grado di ospitarci tutti. Indipendentemente dal luogo delle nostre riunioni (un ristorante, una chiesa, un pub, un parco) o dal pasto consumato insieme (una cena raffinata o una fetta di pizza), ciò che conta è rispettare l’ideale del servire al di sopra di ogni interesse personale.
È venuto il momento di dire: «proviamo qualcosa di nuovo” invece di “non si può fare così nel Rotary”. È il momento di essere proattivi invece che reattivi. Perché questo è l’atteggiamento che ci permetterà di ottenere club più dinamici oggi e un’organizzazione più dinamica domani.
E parlando di novità, sono lieto di annunciare ufficialmente il Programma Rotary di riconoscimento dei patrocinatori di nuovi soci. Il programma è il risultato dell’impegno del Consiglio centrale del RI di assicurare che ogni Rotariano che patrocina un socio riceva il riconoscimento che gli è dovuto.
Sono felice di poter informarvi che ogni governatore eletto riceverà il suo campione di spilla durante le sessioni di gruppo sull’affiliazione, subito dopo questa sessione plenaria. Dopo l’assemblea, tutti i soci nella banca dati del RI che hanno patrocinato un nuovo socio a partire dal 1º luglio 2013 riceveranno la propria spilla e sfondo indicato, secondo il numero di soci patrocinati.
Sono felice di annunciare che sono state già distribuite oltre 6.000 di queste spille ai presidenti di club, perché possano riconoscere i soci patrocinatori nei loro club.
Incoraggio tutti voi ad appoggiare e sostenere questo programma e a far sapere ai club che noi intendiamo riconoscere il loro impegno per l’aumento dell’effettivo del Rotary.
Attrarre più donne, più giovani e sostenere club dinamici e progetti innovativi, è il modo con cui possiamo realmente “vivere il Rotary” e “cambiare vite”. Ed è il modo con cui voi accenderete la luce del Rotary nel mondo quando, il primo luglio, assumerete l’incarico di governatori.
Grazie.

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