Su sollecitazione della Presidente del Rotary E-club del distretto 2072, Cristina Franchini, esporrò di seguito le mie personali considerazioni sul binomio di riferimento, senza peraltro addentrarmi nell’esplorazione dei rispettivi significati, la cui interpretazione del senso viene lasciata ai lettori.
Tramite una serie di esempi, si cercherà ora di illustrare come l’architettura condizioni i nostri comportamenti e quindi la nostra libertà d’uso e di movimento, in quanto quello sosteniamo è che le nostre possibilità di movimento e di espressione siano strettamente legate alla configurazione architettonica, intesa anche come non possibilità di potere fare qualcosa, mancanza di una libertà altrimenti possibile. |
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Una organizzazione spaziale di tipo lineare, adatta a sistemi per i quali è previsto un alto controllo quali caserme o carceri, è anche ampiamente utilizzata per le scuole, con aule attestate lungo un corridoio. Eppure, sarebbe da preferirsi ai fini didattici e pedagogici, un sistema spaziale con le aule raccolte attorno ad un spazio comune (come quello della foto a fianco), ove i bambini uscendo dalle aule vi si riversino. Un’organizzazione spaziale di questo tipo favorisce i contatti casuali e spontanei tra i bambini anche di classi non adiacenti. foto 1
Questa stessa considerazione è valida anche per altre comunità, quali ad esempio i centri per anziani, che in uno spazio centrale ove ritrovarsi, avrebbero possibilità di incontro e dialogo altrimenti decisamente ridotta. |
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Un’altra alternativa alla organizzazione rettilinea è data dalla messa in sequenza che di spazi di diverse dimensioni, che consentono maggiori possibilità di aggregazione; si passa da gruppi piccoli a gruppi grandi, attraverso soglie discrete ove le persone possono scegliere il grado di comunicazione e di relazione. Si pensi alle grandi aggregazioni di persone, le scuole ad esempio, ove è indispensabile frazionare la massa, organizzarla, decentrarla affinché gli individui possano riconoscersi in sé stessi e negli altri. L’architettura può aiutare gli individui a non perdersi nella massa e sentirsi liberi di essere sé stessi. Un esempio di quanto descritto è qui riportato, ove sono spazi ampi al centro e spazi minori ai lati, ove piccoli gruppi possono raccogliersi. |
Dello spazio centrale di cui abbiamo parlato sopra, (foto 1) si noti inoltre il disegno del parapetto in secondo piano, sagomato a gradoni, anziché inclinato (come di solito accade). Ciò consente la possibilità di appoggiarvisi oltre che essere più facilmente realizzabile in quanto non occorre tagliare i blocchi in muratura. La libertà d’uso insita in alcune scelte architettoniche è tutt’altro che trascurabile e non comporta costi extra.
Di scala in scala. Si esamini questa scala di una scuola olandese; è articolata in un podio di partenza e una rampa successiva. I bambini usano entrambi come luogo di sosta temporanea, sedendosi sotto la rampa oppure sopra i gradini. Si tratta di libertà d’uso che una scala disegnata “normalmente” non avrebbe consentito. Il sottoscala assume così una propria dignità, non è più uno spazio di risulta ove si ammassa sporcizia, bensì un luogo appartato e protetto ove i bambini possono “rifugiarsi”.
Si noti anche l’alto plinto di pase del pilastro di sostegno, che può utilizzato anch’esso come piano di sosta. La connessione tra possibilità d’uso e disegno architettonico sono piuttosto evidenti. |
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Un’altra scala interessante, è quella disegnata da Le Corbusier per il padiglione Svizzero alla città universitaria di Parigi; il pianerottolo della scala è articolato come un ballatoio, è sollevato di sei gradini e determina l’arretramento del corpo scala vero e proprio. Questo pianerottolo intermedio fornisce uno spazio dal quale si può essere visti e si può vedere oltre il muro che delimita la sala comune (sulla destra della scala, per chi sale). Questo particolare, pur allargando la visuale di tutti quelli che salgono o scendono le scale, offre nel contempo, a coloro che occupano la sala, un certo grado di protezione dagli sguardi di coloro che accedono all’atrio. Oltre a ciò, un ampio taglio verticale consente una certa permeabilità allo sguardo, che così si estende dall’atrio sino alla sala comune attraversando la scala. |
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Il famoso sedile parapetto del parco Guell a Barcellona, disegnato da Gaudì, è un altro esempio di come la forma condizioni le possibilità di comportamento. Se si è in gruppo e ci si vuol vedere in faccia ci si siederà nella concavità, mentre i solitari potranno preferire la convessità, lasciando comunque libertà di scelta a tutti. Si confronti questa soluzione con quella di una seduta a parapetto rettilinea, che avrebbe costretto tutti a sedersi affiancati e rivolgere le spalle al panorama verso valle che invece è così apprezzabile. Una soluzione, quella adottata da Gaudì, che consente decisamente una maggiore libertà d’uso e di comportamento. |
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Un balcone ben progettato, come quello a fianco, presenta una dimensione sufficiente a potervi pranzare in quanto è posizionato in prossimità della cucina e del soggiorno, di cui costituisce una sorta di estensione dello spazio domestico interno, nella quale ci si può recare anche col maltempo in quanto in parte protetto dalla pensilina soprastante e dal rientro della facciata. E’ poi diviso da quello adiacente da un muro che non arrivando sino al bordo lascia la possibilità di dialogo con il vicino pur garantendo nel contempo la necessaria privacy. |
Un altro elemento spesso trascurato nella edilizia residenziale è il balcone. Quale libertà d’uso ci lascerebbe un balcone stretto e lungo? Solo quella di affacciarvisi ogni tanto, di stendere i panni o mettervi qualche pianta, ma difficilmente vi si potrebbe cenare in una sera d’estate o fermarsi a prendere un po’ di sole. A fianco un’immagine tratta da internet di una recente realizzazione che illustra molto bene oltre alle limitazioni d’uso sopra descritte anche il conseguente spreco di risorse. Vi è superficie, ma non vi è spazio. |
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A fianco abbiamo inserito una nostra proposta per la Piazza VIII Agosto di Bologna, nella quale abbiamo previsto l’inserimento di alberature in vasche di terra (sotto vi è un ampio parcheggio interrato) ai cui lati sono previste delle panchine. La loro posizione e distanza è stata determinata dalle dimensioni delle bancarelle del mercato che vi si tiene settimanalmente, che nelle calde giornate estive potrebbero così avvalersi di un raffrescamento naturale, mentre le panchine estendono la possibilità d’uso di questa piazza, in genere deserta, a tutta la cittadinanza. |