Riunione ordinaria n. 37 del 26 Maggio: “Prevenzione dei rischi ambientali: un nuovo concetto di salute” – Gabriele Romani
Relazione settimana
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Gabriele Romani
Laurea in medicina e chirurgia conseguita nel 2007 presso l’Università di Modena Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva conseguita nel 2012 con Lode conseguita presso l’Università di Reggio Emilia.
Dirigente medico presso Dipartimento Cure Primarie della Ausl di Reggio Emilia.
Presidente della sezione di Modena dell’associazione ISDE-medici per l’ambiente, per la quale è stato referente per i casi ILVA di Taranto e inceneritori in Emilia Romagna.
Membro nei trienni 2011-2013 e 2014-2016 commissione ambiente e salute dell’Ordine dei Medici di Modena e nel triennio 2011-2013 commissione Bioetica.
Medico volontario presso associazione Porta Aperta di Modena (Caritas) in cui si assistono le persone che non riescono ad accedere alle cure.
Il concetto di inquinamento e i suoi effetti sulla salute
Quando si parla di inquinamento si tende a pensare a luoghi e situazioni nelle quali la concentrazione di sostanze inquinanti è particolarmente alta. L’inquinamento è infatti ormai un problema che coinvolge tutti e soprattutto gli organismi in via di sviluppo (i bambini, ma ancor più l’embrione e il feto) in quanto particolarmente vulnerabili e rappresenta una minaccia anche per le generazioni future. Di molte sostanze inquinanti non si conoscono ancora i limiti reali di tossicità e tollerabilità. Anche l’esposizione protratta a quantità minime, infatti, può alterare progressivamente il funzionamento di cellule, tessuti e organi, interferendo essenzialmente con l’espressione del DNA. Oggi assistiamo infatti ad una rapida e progressiva trasformazione della composizione molecolare dell’ecosfera e, in particolare, alla rapida produzione e diffusione di inquinanti atmosferici (particolato ultrafine, metalli pesanti, radiazioni, ecc..).
Effetti dell’inquinamento sulla salute dei bambini
L’OMS ha riconosciuto che circa 1/4 delle malattie è causato da fattori ambientali. I bambini sono molto più sensibili degli adulti all’effetto degli inquinanti: possiamo affermare che i rischi legati all’inquinamento sono tanto maggiori quanto più precoce è l’esposizione del soggetto. I bambini di età inferiore a 5 anni sopportano più del 40% del peso di queste patologie, pur rappresentando solo il 12% della popolazione1 . I bambini sono maggiormente esposti perché mangiano, bevono e inalano di più. L’embrione, il feto, il neonato e il lattante sono, come detto, ancor più vulnerabili. Nel 2006 un pediatra e un epidemiologo lanciarono dalle pagine di una delle più autorevoli riviste internazionali un veemente appello, ipotizzando che l’esposizione precoce (embrio-fetale) a tutta una serie di inquinanti industriali possa essere all’origine della “Pandemia Silenziosa” di malattie del neuro-sviluppo – autismo, iperattività (ADHD), dislessia – che minaccia i bambini di tutto il mondo2 (basti pensare che se 30 anni fa si stimava che 1:1200 bambini fosse affetto da autismo, oggi l’incidenza di “disturbi dello spettro autistico” in USA e Gran Bretagna sarebbe di oltre 1:100).
Inquinamento atmosferico
Numerosi tipi di agenti inquinanti contribuiscono all’inquinamento atmosferico. Alcune attività umane costituiscono la principale causa di inquinamento: mezzi di trasporto, attività industriali e agricole, impianti di produzione di energia e di smaltimento dei rifiuti immettono quotidianamente in atmosfera migliaia di tonnellate di sostanze inquinanti. I principali inquinanti su cui gli studiosi focalizzano la loro attenzione sono l’ozono troposferico, i metalli pesanti, gli idrocarburi poliaromatici, il particolato ultrafine, che costituiscono una grave minaccia per la nostra salute. L’inquinamento atmosferico si ripercuote in vari modi sulla salute: le condizioni del soggetto, l’età e la durata dell’esposizione sono i principali fattori che influiscono sul modo in cui gli inquinanti agiscono sulla nostra salute. Gli inquinanti atmosferici possono avere effetti tanto sulle vie respiratorie che su altri apparati ed organi, inducendo o contribuendo all’insorgenza di numerose patologie: infiammazione delle alte e basse vie respiratorie, asma (soprattutto in età pediatrica), riduzione dello sviluppo e delle funzioni dell’apparato respiratorio, aterosclerosi e patologie cardiovascolari, malattie neurodegenerative, tumori, ecc..
Cosa è l’ozono?
E’ un gas inodore e incolore, presente sia nell’alta atmosfera terrestre (stratosfera), che a livello del terreno (troposfera). L’ozono presente ad alta quota costituisce una fascia protettiva dalle radiazioni di origine solare. Negli strati bassi dell’atmosfera (ozono troposferico) invece si comporta da inquinante, costituendo un grave problema per la salute pubblica. L’ozono troposferico non è un inquinate primario, immesso in atmosfera come tale, ma un inquinante secondario, prodotto dalla reazione dell’ossigeno con il biossido di azoto (NO2) ed il contributo dei composti organici volatili (COV), in presenza di forte irraggiamento solare e di elevate temperature: le sue concentrazioni sono massime nei pomeriggi estivi. Cosa è il particolato?
Il particolato è una miscela di particelle solide e liquide in sospensione nell’aria che raggiunge la massima concentrazione in inverno. Il particolato comprende particelle di varia dimensione in cui possono confluire polvere, terra, materiali provenienti da strade, polline, muffe, spore, batteri, virus e migliaia di sostanze chimiche e determina malattie respiratorie, cardiocircolatorie e neurodegenerative. Le fonti maggiori di particolato sono il traffico veicolare, le attività industriali e gli impianti di riscaldamento. La frazione di particolato di gran lunga più dannosa per la nostra salute è il particolato ultrafine, un vero concentrato di veleni, prodotto di reazioni termochimiche in fonderie, cementifici, acciaierie, inceneritori di rifiuti, motori diesel e altri processi di combustione. Grazie alle proprie dimensioni sub-microscopiche il particolato ultrafine attraversa gli alveoli, penetra nelle arterie, nel cervello, nei nuclei delle cellule aprendo la strada a un gran numero di malattie cronico-degenerative, infiammatorie e tumorali.
Campi elettromagnetici
Un’altra fonte di rischi per la salute è rappresentata dall’esposizione ai campi elettromagnetici (CEM). Da alcuni decenni è noto che tra i residenti negli immediati dintorni di un elettrodotto si registra un aumento di leucemie. Nel 2011 la IARC, l’Agenzia Europea di Ricerca sul Cancro, ha definitivamente inserito anche i cellulari e i campi elettromagnetici a radiofrequenza (wireless) tra i cancerogeni di “Gruppo 2B”, il che indica un rischio cancerogeno “possibile” sugli esseri umani. E’ particolarmente importante ridurre l’esposizione delle donne durante la gravidanza e dei soggetti in via di sviluppo, in ragione della maggior sensibilità del sistema nervoso immaturo. I bambini rappresentano la categoria più a rischio, per varie ragioni: – l’esposizione è potenzialmente destinata a durare decenni; – il cervello è in via di organizzazione funzionale (sinapsi, circuiti..); – la barriera emato-cerebrale è molto permeabile; – la parte di tessuto cerebrale esposta è, in proporzione, assai maggiore rispetto agli adulti; – il tessuto osseo ha uno spessore inferiore; – il tessuto cerebrale ha maggior tenore idrico e più elevata concentrazione ionica e quindi conduce e assorbe più energia.
Come difendersi dall’inquinamento? Cosa possiamo fare?
Ecco alcuni semplici modi per ridurre l’esposizione all’inquinamento e partecipare al miglioramento dell’ambiente:
• Usate l’auto soltanto quando è indispensabile, privilegiando i mezzi pubblici oppure spostandovi a piedi o in bicicletta.
• Evitate di portare i bambini in strada nelle ore di punta quando il traffico è intenso e/o rallentato. Se questo non è possibile tenete i piccoli in braccio o al marsupio, per allontanarli dagli scarichi nocivi dei veicoli a motore.
• Riducete il più possibile l’esposizione a traffico veicolare durante la gravidanza.
Inquinamento interno (indoor):
• Non fumate e non permettete di fumare in casa e in auto: le finestre o i finestrini aperti non aiutano.
• Ventilate per 48-72 ore i locali dove vengono collocati mobili nuovi in truciolato e/o compensato, tappeti nuovi o nuove tappezzerie.
• Lasciate all’aria gli abiti lavati “a secco” prima di riporli.
• Limitate drasticamente l’uso di insetticidi, erbicidi, fungicidi, tarmicidi.
• Non usate padelle/pentole antiaderenti graffiate o consumate.
• Evitate o limitate l’uso di tessuti trattati (idrorepellenti, antimacchia).
• Privilegiate vetro o ceramica come contenitori per gli alimenti.
• Garantite una buona ventilazione degli ambienti, soprattutto durante le pulizie.
• Risciacquate abbondantemente le superfici su cui sono stati usati detergenti chimici, ma soprattutto privilegiate prodotti ecologici (bicarbonato, aceto).
• Limitate l’uso delle stampanti laser.
• Per i vostri bambini: preferite pennarelli o evidenziatori a base acquosa, comprate matite colorate, fateli giocare con i colori all’acqua
Inquinamento elettromagnetico:
• Limitate al massimo l’uso dei cellulari soprattutto da parte di bambini e adolescenti (utilizzate il vivavoce o un auricolare, tenete il telefonino lontano dal corpo, scrivete anziché parlare).
• Non chiamate quando il segnale è debole (una barra o meno): un minor numero di tacche significa che il telefono emette più radiazioni per ricevere il segnale dal ponte radio.
• Attendete il collegamento al ponte radio prima di mettere il dispositivo all’orecchio (i cellulari emettono più radiazioni quando provano a connettersi).
• Guardate la televisione ad almeno 2 metri di distanza.
• Non lasciate in funzione coperte elettriche o termofori quando siete a letto, soprattutto in gravidanza.
• Non tenete radiosveglie e altri apparecchi elettrici vicino alla testa, in specie durante il sonno.
• Non sostate a lungo vicino ad elettrodomestici in funzione e tenete l’asciugacapelli lontano dalla testa.
• Limitate l’uso di elettrodomestici non indispensabili (spazzolini elettrici, rasoi elettrici, arricciacapelli..).
• Tenete gli apparecchi per la sorveglianza ad almeno 50 cm dalla testa dei neonati.