Relazione settimana

RELAZIONE

nataleNatale ed i suoi simboli

Natale ….. quest’anno avrà un sapore diverso per me e la mia famiglia.

Babbo Natale porterà i doni solo a casa nostra come credevamo io e mio fratello o tutti i regali saranno portati da Babbo Natale come credono i cuginetti di Leonardo?
Lo so, è presto ma è così bello credere a Babbo Natale (almeno per me lo è stato) che bisogna creare la storia ad Hoc.

Ma dove nasce la credenza di Babbo Natale?

Tutte le versioni che noi conosciamo derivano principalmente da San Nicola, vescovo di Myra (oggi Demre città della Turchia); anche il nome Santa Claus deriva da Sinterklaas, nome olandese di San Nicola.

È uno dei santi più amati e venerati in tutto il mondo, unisce cattolici e ortodossi, vanta numerose leggende e miracoli, le sue reliquie, conservate a Bari, sono ancora oggi contese con la Turchia dopo che furono trafugate da Myra nel 1087 da parte di alcuni marinai baresi.

San Nicola morì il 6 dicembre di un anno situato dopo la metà del IV secolo, è patrono di molte città e protettore di numerose professioni, nonché protettore dei bambini e dispensatore di doni. Quest’ultima sua caratteristica deriva da due leggende nate in Europa intorno al 1200 circa.

La prima, narra del giovane vescovo Nicola che salva tre ragazze dalla prostituzione facendo recapitare in segreto tre sacchi d’oro al padre, che così può salvarsi dai debiti e fornire una dote alle figlie. Nella seconda, Nicola entra in una locanda il cui proprietario ha ucciso tre ragazzi, li ha fatti a pezzi e messi sotto sale, servendone la carne agli ignari avventori. Nicola non solo scopre il delitto, ma resuscita anche le vittime.

Prima della conversione al cristianesimo, il folclore dei popoli germanici, incluso quello inglese narrava che il dio Odino ogni anno tenesse una grande battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale, accompagnato dagli altri dei e dai guerrieri caduti.

La tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del caminetto, riempendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio, Sleipnir. In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo con regali o dolciumi. Questa pratica è sopravvissuta in Belgio e Paesi Bassi anche in epoca cristiana, associata alla figura di san Nicola.

Per molti secoli il culto di San Nicola e la tradizione di fare regali ai bambini rimase legato al 6 dicembre ma la riforma protestante del 500 abolì il culto dei santi in gran parte dell’Europa del Nord. Così i doni venivano portati direttamente da Gesù Bambino e la data si spostò dal 6 dicembre a Natale.

Nel mondo germanico nacquero altre figure come i Krampus che servono da aiutanti di San Nicola. Questi demoni ed altre volte folletti dovevano minacciare con punizioni i bambini perchè facessero i buoni.

Santa Claus veniva rappresentato vestito simile ad un vescovo con una mitra rossa con croce dorata ed il pastorale, il richiamo al vescovo di Mira è evidente mentre in gran Bretagna un soggetto simile a Babbo Natale veniva raffigurato come un signore barbuto e corpulento con un mantello verde bordato di pelliccia bianca. Quest’ultimo è rappresentato nel Canto di Natale di Charles Dickens.

Una parte essenziale nella trasformazione di san Nicola in Babbo Natale spetta a Clement Clarke Moore, scrittore americano, il quale nel 1823 scrisse la poesia A Visit from Saint Nicholas nella quale rappresentò il santo come un elfo paffuto, con barba bianca, vestiti rossi orlati di pelliccia, alla guida di una slitta trainata da renne e con il compito di consegnare un sacco pieno di giocattoli. Per il Natale del 1862 l’illustratore Thomas Nast raffigurò, sulla rivista statunitense “Harper’s Weekly”, Babbo Natale con giacca rossa, barba bianca e stivali.

Pertanto, non si deve alla Coca Cola la veste rossa di Babbo Natale!

Infatti, fu solo nel 1920 che venne creata una pubblicità con Babbo Natale ritratto come un uomo con sguardo severo sul modello di quello di Nast mentre nel 1930 l’artista Fred Mizen disegnò un Babbo Natale in un grande magazzino che beveva una bottiglia di Coca-Cola in mezzo alla folla. Nel 1931 l’azienda cominciò a fare pubblicità sulle riviste popolari e Archie Lee, il referente di The Coca-Cola Company per la D’Arcy Advertising Agency, volle che la campagna rappresentasse un Babbo Natale florido, realistico e simbolico allo stesso tempo. Così Coca-Cola commissionò al disegnatore Haddon Sundblom delle illustrazioni pubblicitarie con protagonista un vero Babbo Natale, non un uomo vestito da Babbo Natale. Sundblom si ispirò alla poesia di Clement Clark Moore del 1822 “La visita di San Nicola” nella quale la descrizione di San Nicola evocava quell’immagine piacevole, accogliente, paffuta e umana del Babbo Natale che tutti conosciamo.

Mio marito invece non vede l’ora che Leonardo cresca per poter fare insieme a lui il Presepe.
Il Presepe o Presepio trova le sue radici nella figura dei larii cioè gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Gli antenati venivano raffigurati con statuine di terracotta o cera chiamate sigillum. Ogni solstizio d’inverno si svolgeva la festa detta Sigillaria durante la quale venivano collocate le statuette in apposite nicchie.
Il primo presepe cristiano fu quello realizzato a Greccio nel 1223 da San Francesco d’Assisi. In quell’occasione si diede inizio non solo all’usanza del Presepio ma anche a quella delle rappresentazioni sacre in quanto San Francesco creò un Presepe vivente.
Papa Niccolò IV, commissionò un gruppo scultoreo che raffigurasse la Natività e lo fece collocare in Santa Maria Maggiore dove era situata la reliquia della mangiatoia nella quale sarebbe nato Gesù. Da allora si fa risalire l’usanza del presepio e dal XVII secolo nasce l’arte presepiale, la più nota è quella napoletana.

Un aneddoto divertente risale a quando ero una studentessa erasmus a Tarragona in Catalunia. Nel periodo di Natale notai nei vari mercatini una figura alquanto particolare da inserire nel Presepe…… il Caganer!
Statuina tipica Catalana che raffigura un abitante delle campagne catalane vestito col costume tradizionale intento ad espletare i propri bisogni corporei.
Questa figura è logicamente scaramantica ed è fonte di fortuna ed il non collocarla potrebbe essere causa di sventura.
Si ritiene che la funzione corporale sia considerata di buon auspicio in quanto riferito alla fertilità della terra per l’anno a venire nonché simbolo di uguaglianza fra le persone.
Logicamente questa statuina viene posta in un luogo piuttosto appartato del Presepio.

Mio figlio Leonardo al momento non è molto preso né da Babbo Natale né dal Presepio…..la cosa che più gli piace sono le lucine dell’albero.
Mi sa che l’anno prossimo lo faremo in una posizione rialzata così da tenerlo al sicuro!

Un sentito Augurio di Buon Natale a tutti voi ed alle vostre famiglie.

Caterina Travaglini