Relazione settimana

Il meraviglioso mago di Oz: Dall’oro agli intangibles.

Di Beatrice Beltrandi 
Il meraviglioso mago di Oz, dove Oz é l’abbreviazione di oncia d’oro o d’argento, fiaba di L. F. Baum scritta in occasione della deflazione americana tra il 1880 e il 1896, rappresenta in chiave allegorica l’introduzione del sistema bimetallico ovvero l’affiancamento dell’argento all’oro nel sistema aureo Gold Standard. Tale misura avrebbe aumentato l’offerta di moneta arrestando la deflazione e alleviando la posizione debitoria degli agricoltori dell’Ovest verso le banche dell’est grazie a tassi di interesse più favorevoli.

Fulcro dell’allegoria della fiaba, nata dal dibattito sulla politica monetaria degli stati uniti nell’ultimo decennio dell’ottocento, é l’immagine di Dorothy che si incammina con le sue scarpette d’argento verso la famosa strada lastricata d’oro, ovvero il Gold Standard: il famoso sistema aureo che rimarrà in vigore, successivamente modificato in
Gold Exchange standard, fin quasi ai giorni nostri. Il Gold Standard, ovvero il sistema monetario aureo, prevedeva che l’unica risorsa di riserva della banca centrale nazionale fosse l’oro.

Ebbe origine nel 1819 in Gran Bretagna quando la banca d’Inghilterra stabilì la possibilità di cambiare la carta moneta in oro ad un tasso prefissato e nel 1900 il Gold Standard Act istituzionalizzò anche negli Stati Uniti il legame dollaro oro. La caratteristica principale del Gold Standard si estrinseca nella parità ufficiale tra la moneta nazionale e l’oro, garantita dalla Banca Centrale Nazionale. Gli squilibri nella bilancia dei pagamenti venivano saldati grazie al trasferimento di oro tra le banche centrali per garantire la simmetria tra oro e moneta nazionale e l’invarianza dei tassi di cambio. Il valore della moneta era definito in base al suo contenuto aureo, ovvero il
valore in oro della moneta complessivamente emessa era pari alla quantità di oro conservata dalla Banca Centrale, inoltre i tassi di cambio erano rigidi.

Tale sistema aveva molti limiti soprattutto per i paesi con la bilancia dei pagamenti in deficit che avrebbero dovuto affrontare una forte deflazione, oltre alla crescita monetaria fortemente limitata in quanto totalmente in assenza di politica monetaria. Oltre a ciò il valore della moneta dipendeva dal valore di un’oncia che dipendeva a sua volta dalla quantità di oro in circolazione. In seguito alla stagnazione della Gran Bretagna e alla grande depressione del 1929 si abbandonò il Gold Standard fino ad
adottare le famose pratiche del beggar thy neighbor tramite svalutazione. Nel 1944 si adottò il Gold Exchange standard con il dollaro come unica valuta controvertibile in oro al prezzo di 35 dollari l’oncia e principale valuta di riserva internazionale. Gli altri paesi si impegnavano a garantire la parità della propria valuta in dollari americani mantenendo uno scostamento massimo dell’1%.

Limite del Gold Exchange Standard era ancora una volta la totale assenza di politica monetaria in quanto una variazione del tasso di interesse avrebbe generato afflussi o deflussi di capitale da compensare acquistando o vendendo valuta estera col fine di mantenere  la parità dichiarata. Vennero perciò imposte restrizioni ai pagamenti internazionali finché nel 1987 il Gold Exchange Standard non fu abbandonato in favore del sistema fiduciario attuale dove la risorsa di riserva é espressa in un’altra moneta (in primis il dollaro a discapito dell’oro), oltre a un sistema di tassi di cambio amministrati.

L’evoluzione del valore della moneta, dai metalli preziosi alla fluttuazione della domanda e dell’offerta, ha permesso ad altri beni “intangibles” come le “criptovalute” di svolgere la funzione di bene rifugio. Oggi il mercato dell’oro vale più o meno 2600 miliardi di dollari, il Bitcoin ha una capitalizzazione che supera di poco i
240 miliardi: per raggiungere l’oro deve quindi moltiplicare il suo valore almeno di 10 volte ma anche un modesto spostamento verso una valuta alternativa sul lungo termine comporterebbe che Bitcoin raddoppi o triplichi il suo valore (cit.1). PayPal per esempio accetta criptovalute come Bitcoin Cash, Ether, Litecoin come mezzo di pagamento e probabilmente si dice che tratterà per acquistare Butgo, una startup in ambito cripto con un wallet digitale gestito con tecnologia multisignature per rendere più semplice l’utilizzo di massa di strumenti complessi (cit.1).

L’obiettivo quindi è portare le criptovalute al grande pubblico rendendo la tecnologia più semplice e fruibile. Jack Dorsey Ceo di Square e Twitter ritiene che la criptovaluta diventerà la moneta unica a livello globale nell’arco del prossimo decennio (cit. 1) tuttavia la volatilità è ancora piuttosto elevata, ovviamente ciò premette ampi margini di guadagno rendendo però tale bene non alla portata di tutti, quindi ancora lontano dall’idea di bene rifugio o riserva bancaria. Inoltre le criptovalute non sono espressione di un’economia, e hanno un valore intrinseco pari a zero legato solo al suo reale utilizzo (cit. 1). Ciò nonostante sembra che alcune economie abbiano tentato di ricorrere a criptovalute o monete digitali in situazioni di destabilizzazione economica.

Ad ogni modo le valute digitali stanno facendo breccia in tutto il mondo con l’ovvia reazione delle banche centrali preoccupate di essere superate da Player privati. Un punto di incontro tra l’esigenza di una moneta nazionale e pagamenti sicuri e veloci potrebbe essere la valuta digitale, come già ipotizzato dalla BCE allo studio per un’ euro digitale ove i pagamenti siano rapidi ed efficienti oltre che estremamente sicuri. Alcuni progetti italiani di contante digitale sono stati in passato abbandonati in quanto si temeva che un accesso indiscriminato al contante digitale potesse portare risparmi alla Banca Centrale a discapito delle banche tradizionali danneggiando così la raccolta e il meccanismo di trasmissione della politica monetaria(cit.2). In occasione di una moneta digitale infatti la Banca Centrale dovrebbe accentrare tutte le operazioni di addebito e accredito. Tuttavia la situazione ad ora è fortemente cambiata per via della promozione di monete private che in un futuro potrebbero mettere in discussione il ruolo della moneta sovrana e la conseguente separazione tra moneta e stato. D’altra parte anche lo Yuan si sta rafforzando come moneta di riferimento internazionale oltre
ad essere disponibile anche come contante digitale; mentre l’euro in un futuro non troppo lontano rischierebbe di trovarsi stritolato nella competizione tra dollaro e Yuan.

Dorothy con le sua scarpette d’argento sulla strada del Gold Standard ha percorso molta strada, aiutata anche da molte scoperte tecnologiche oltre all’informatizzazione dei servizi bancari e dalle piattaforme di scambi e OTC, nuove scoperte sui semiconduttori e nuove applicazioni ai servizi. L’intelligenza artificiale é tra noi e di certo non canta la canzoncina di Hall “Giro, giro tondo…” (3).
1. “Il sole 24 ore” mercoledì 28 ottobre 2020 “Se la valuta digitale diventa Stato” Ferdinando Ametrano.
2. Il sole 24 ore” mercoledì 28 ottobre 2020 “Dal Bitcoin diffuso alle banche centrali, le criptovalute fanno breccia nel retail” Pierangelo Soldavini.
3. “Il sole 24 ore” venerdì 20 novembre 2020 “Wall Street, il valore degli asset intangibili tocca i 35 mila miliardi” Vittorio Carlini.

BEATRICE BELTRANDI