Riunione ordinaria n. 16 del 14 febbraio: “Anders e il secondo corpo polacco” – Adriana Campidori
Relazione settimana
RELAZIONE
Ci sono pagine di storia dimenticate, avvenimenti rilevanti che non trovano riscontro nei manuali scolastici e perciò destinate all’oblio.
Nel 2005, in occasione del 60° anniversario della Liberazione, ho deciso di occuparmi con i miei alunni della storia del 2° Corpo Polacco che aveva avuto un ruolo determinante nella Liberazione di Imola. Ho scoperto così come le vicende di questo contingente militare, insieme alla storia della Polonia, fossero state censurate.
In quella circostanza la collaborazione con i promotori del monumento al soldato polacco, posto all’ingresso di Imola, ha permesso l’incontro con testimoni imolesi, con personalità ancora viventi del 2° Corpo Polacco e con i figli dei soldati polacchi che a Imola si erano stabiliti alla fine della guerra. E’ stata perciò una ricerca affascinante e coinvolgente, non appena una conoscenza di aridi dati. E questo ha segnato il primo passo per il recupero e la diffusione della nostra storia locale e nazionale e ha altresì generato una passione e un desiderio di continuare ad approfondire queste vicende.
Dopo questo primo passo il rapporto con questo “mondo incontrato” non si è più interrotto: convegni, attività in alcune scuole imolesi, incontri e scambi con scuole polacche, pubblicazioni varie hanno tenuto vivo e trasmissibile la memoria di quanto accaduto.
Il 70° anniversario della Liberazione ha segnato un secondo passo importante: l’Amministrazione comunale è stata sollecitata a dedicare un luogo della nostra città al generale Anders. E’ stato scelto un piccolo giardino, ancora senza nome. Lo scultore Luigi E. Mattei, che già aveva dato alla città di Imola il monumento al soldato polacco, ha scolpito una statua dedicata all’orsetto Wojtek, mascotte del 2° Corpo Polacco.
Ed è in quell’anno, ricco di avvenimenti, che si tiene la mia conferenza sul Generale Anders, tenuta presso l’oratorio San Rocco.
Gli studi coltivati da Mattei, come premessa del suo lavoro di artista , hanno fatto nascere in lui una grande ammirazione per il Generale Anders e il desiderio di dedicargli un memoriale che sarà collocato nel giardino a lui intitolato e che sarà inaugurato nel 2020, in occasione del 50° anniversario della sua morte e il 75° della Liberazione.
Il lavoro necessario a questo prossimo evento dal respiro internazionale, costituisce il terzo passo di questo cammino di recupero storico, coordinato dall’associazione “Eredità e memoria”; cammino che, ancora una volta, sta coinvolgendo scuole, professionisti e nuovi amici.
Adriana Campidori, insegnante di storia e filosofia fino al 2009. Attualmente collabora con “Eredità e memoria” e l’associazione ”Alecrim”.
Anders e il secondo corpo polacco
Di fronte alla storia polacca la prima percezione che possiamo provare è quella di una lontananza. In realtà la storia polacca e quella italiana sono molto più intrecciate di quanto noi possiamo pensare.
Ci lega la comune tradizione cattolica che molto ha influito sul crearsi dell’identità di entrambi i popoli.
Ci lega la lotta all’indipendenza nazionale che caratterizza la storia di entrambe le nazioni nell’Ottocento, fino alla Prima guerra mondiale. Nell’ottocento infatti l’Austria tiene sottomesso parte del territorio italiano e parte del territorio polacco. Russia e Germania si spartiscono il resto del territorio polacco.
Segno di questa unione è un fatto molto singolare e unico nella storia: i 2 inni nazionali si richiamano l’un l’altro. L’inno polacco cita l’Italia, quello italiano “il sangue polacco”. Nati entrambi in Italia, quello polacco viene composto a Reggio Emilia, la città del tricolore. Un’armata polacca al seguito di Napoleone, nel 1797 combatte nella campagna d’Italia, nella speranza che attraverso Napoleone la Polonia possa riacquistare l’indipendenza. A Reggio Emilia viene composta (da Wibicki) “ La mazurca di Dabrowski” da nome del generale che guidava i polacchi che diventerà poi inno nazionale. Il primo verso recita “La Polonia non è morta finchè noi viviamo” convinzione che sarà fortissima nei soldati del 2° corpo d’armata e ancora “Marcia Dabrowski dall’Italia alla Polonia..”
L’Ottocento è un secolo di esuli per motivi patriottici come il grande musicista polacco Chopin che ascolteremo e di rivoluzionari idealisti, pronti a dare la vita per la patria. Patrioti polacchi ed italiani si sentono accomunati dallo stesso destino e sono pronti ad accorrere in aiuto reciproco. Quasi tutti i moti risorgimentali e le guerre d’indipendenza italiane vedono la presenza di gruppi numerosi di Polacchi che parteciperanno anche alla spedizione dei Mille mentre patrioti italiani saranno pronti ad accorrere più volte in aiuto ai polacchi nei loro tentativi militari .
Ma la Polonia è vicina a noi soprattutto per il contributo che, tramite l’azione del 2°corpo d’armata ha dato alla nostra liberazione dal nazismo durante la seconda guerra mondiale. Non si può non studiare questa pagina della storia senza esserne emotivamente coinvolti. La storia del 2° corpo (e anche quella della Polonia) assomiglia ad una tragedia shakespeariana: la Polonia ha riacquistato la sua indipendenza alla fine della 1° guerra mondiale e dopo appena 20 anni si trova aggredita quasi contemporaneamente, ad Ovest da Hitler e ad Est da Stalin. La sua alleata l’Inghilterra non è in grado di darle immediatamente aiuto. La resistenza polacca è eroica, ma senza speranza. Si arriva così alla quarta spartizione della Polonia. Le due potenze vincitrici, Russia e Germania, hanno come obiettivo l’eliminazione fisica della classe dominante, degli intellettuali, dei protagonisti più dinamici della società. Una Polonia annientata sarà più facilmente sottomessa a guerra finita. I russi deportano quasi un milione e mezzo di polacchi nei lager, mentre circa 15000 ufficiali vengono uccisi a Katyn. Gruppi di militari, fuggiti attraverso l’Ungheria e Romania, raggiungono la Francia dove verrà formato il 1°corpo d’armata polacco e, a Parigi, nascerà un governo polacco in esilio, riconosciuto dagli alleati, governo che si trasferirà a Londra in seguito alla conquista di Parigi da parte dei nazisti. Il 1° corpo d’armata combatterà a fianco degli inglesi dando un validissimo contributo in molte battaglie.
Il 22 giugno 1941 la Germania invade a sorpresa la Russia che ha bisogno degli aiuti degli alleati per resisterle, così come gli alleati hanno bisogno dell’URSS contro Hitler. La Russia non può opporsi quindi all’invito inglese di liberare i prigionieri polacchi per formare, nel suo territorio, un 2° corpo d’armata. Si arriva allora ad un accordo che vede tra i suoi protagonisti anche Sikorski 1° ministro polacco in esilio. A capo di questo esercito viene posto il generale Wladyslaw Anders, prigioniero nella tristemente famosa Lubianka. Organizzare questo esercito non sarà un compito facile: i prigionieri escono dai lager in condizioni fisiche a dir poco precarie, devono percorrere lunghi itinerari a piedi, la Russia non può (e forse non vuole) garantire le condizioni logistiche necessarie. Mancano le razioni alimentari necessarie, si deve dormire in tende al freddo… L’obiettivo del gen Anders è quello di strappare ai lager non solo gli uomini abili a combattere, ma il numero più alto possibile di polacchi, motivo questo di disaccordo talvolta con gli stessi alleati. Orgoglioso, determinato, fermissimo nei suoi propositi, con intelligenza e diplomazia Anders porta avanti il suo obiettivo pur avendo in alcuni momenti tutti contro. E’ significativa la vignetta che vede Anders rappresentato come un Mosè che libera il suo popolo!! Per questo si dirà: il 2° corpo era più che un esercito, era una Polonia itinerante!! Le insoddisfacenti condizioni logistiche costringeranno poi Anders, con l’accordo di Stalin e degli alleati, a trasferire i prigionieri liberati in Iran e in altri luoghi del Medioriente per rendere possibile un addestramento adeguato. Mentre i polacchi sono in Palestina, circa 3000 ebrei che hanno lasciato la Russia insieme al 2° corpo polacco, disertano per entrare a far parte dei gruppi sionistici, tra essi il leader politico Begin, protagonista di primo piano poi della politica dello stato di Israele che nascerà nel 1948. Begin nel 1977 otterrà, insieme al leader egiziani Sadat il Nobel per la pace. Anders, che si era molto adoperato per la liberazione degli ebrei, non prenderà provvedimenti
Questo popolo liberato ha bisogno di ritrovare la salute (non mancheranno temibili epidemie una volta liberati) ha bisogno di addestramento militare, ma ha bisogno anche di cultura. Giovani e bambini devono recuperare gli anni perduti di scuola (la Polonia del futuro ha bisogno di giovani preparati!). Anders è determinato a non attendere la fine della guerra per la creazione di scuole un po’ per tutti i livelli . Egli seguirà le attività didattiche, per quanto gli è possibile, visiterà le scuole, incontrerà alunni e insegnanti. L’attività didattica sarà resa possibile da una vivacissima attività editoriale che stamperà in quegli anni ben 239 opere didattiche diverse (storia, geografia, scienze, latino, letteratura polacca) . Di un abbecedario verranno stampate ben 4000 copie, con 2 ristampe (Kristina Yaworska, insegnante di letteratura polacca all’università di Torino, ad un convegno ha raccontato di aver trovato uno di questi abbecedari in un mercatino in India) La stampa dei libri di testo non era l’unica attività editoriale: venivano stampati giornali, quotidiani e settimanali e carte geografiche. Un settimanale di informazione politico-culturale “L’aquila bianca” vide il primo numero in Russia nel dicembre del 1941 ed è stato pubblicato a Londra fino al 2001, diventando, dopo la guerra uno strumento prezioso per i polacchi in esilio. C’erano poi numerosi spettacoli musicali, attività teatrali … I più importanti artisti in esilio prestavano la loro opera e facevano volentieri riferimento al 2° corpo polacco dove si sentivano a casa.
In Iran ai soldati polacchi viene regalato un piccolo orso la cui madre è stata uccisa. Questo orsetto adottato da tutti i soldati, chiamato Wojtek diventerà la loro mascotte e accompagnerà il 2° corpo polacco per tutta la campagna militare. Addomesticato, durante la campagna militare in Italia, partecipa alle attività dando il suo aiuto, come un vero soldato…
Il recupero della piena forma fisica e l’addestramento militare adeguato richiederanno quasi 2 anni. Nella primavera del 1944 c’è lo sbarco a Taranto e l’inizio dell’avventura militare che vedrà i soldati polacchi combattere valorosamente per la loro e la nostra libertà, come amavano ripetere.
Una delle battaglie più importanti e gloriose è quella di Montecassino. La vittoria in questa battaglia aprirà la strada alla liberazione di Roma. Considerata baluardo imprendibile, già due tentativi degli alleati erano falliti. Il corpo neozelandese era stato impegnato senza risultati per più di un mese, dal 15 febbraio al 24 marzo, con molte perdite umane .
Dopo un’accurata preparazione, la battaglia ebbe inizio l’11 maggio e, dopo giorni di combattimento in cui i polacchi combatterono con coraggio e grande capacità di sacrificio, il 18 maggio la bandiera polacca già sventolava sulle rovine del monastero. Le pendici dei colli erano ricoperte di papaveri rossi, immortalati in una canzone diventata molto popolare. Fino al 29 maggio continuarono i combattimenti che provocarono circa 1000 morti e 3000 feriti.
Sir Harold Alexander che aveva il comando di tutte le forze alleate in Italia, ringraziando e conferendo varie onorificenze, così si rivolgerà ai soldati “E’ stato un giorno di grande gloria quello in cui espugnaste questa roccaforte che i tedeschi stessi giudicavano inespugnabile… Oggi posso dirvelo con sincerità e franchezza. Soldati del 2° corpo polacco! Se a me fosse stato dato di scegliere i soldati che avrei desiderato comandare avrei scelto voi polacchi! Rendo omaggio a voi!”
Anders otterrà il permesso di costruire un cimitero polacco a Montecassino per i tanti caduti in battaglia. Lui stesso vorrà alla sua morte, che avverrà nel 1970, essere sepolto lì con i suoi soldati.
Seguirono varie battaglie su cui non mi dilungo, la liberazione di Ancona, le vicende militari nell’appennino romagnolo fino alla liberazione di Imola il 14 aprile 1945 e una settimana dopo, la liberazione di Bologna il 21 aprile.
Ma la soddisfazione per le vittorie conseguite si mescolerà con la preoccupazione sempre più forte per la situazione politica riguardo la Polonia. I polacchi hanno valorosamente combattuto per poter tornare nella loro patria interamente liberata dagli invasori. Per la vostra e la nostra libertà…
La Russia però non intende rinunciare ad una parte dei territori sottratti alla Polonia, territori da sempre considerati polacchi. In cambio di questi territori la Polonia vedrebbe allargati i suoi confini con territori sottratti ai tedeschi. Questa pretesa russa è giudicata inaccettabile dai polacchi i quali sono anche molto preoccupati di come la Russia sta operando perché la sua ingerenza nella situazione polacca, finita la guerra, sia totale. Viene pian piano screditato il governo polacco in esilio a Londra e creato un Comitato di liberazione con sede a Dublino, costituito da personalità sottomesse ai russi, e questo comitato di liberazione verrà poi imposto come governo legittimo agli stessi alleati i quali vogliono continuare ad avere buoni rapporti con la Russia, anche a scapito dei polacchi.
La posizione dei polacchi, che si sentono ingiustamente traditi, rimarrà fermissima. Nessun compromesso è possibile con la Russia. Questa loro determinazione, questa loro fermezza non potrà impedire la realizzazione integrale dei progetti russi e avrà varie conseguenze negative per i polacchi del 2° corpo d’armata:
- verrà tolta la cittadinanza al generale Anders ad altri ufficiali e a uomini politici in esilio.
- non potranno tornare in quella patria per cui hanno combattuto la quasi totalità dei soldati polacchi perché temono di poter ritornare nei lager russi Solo 15000 soldati sui 150000 torneranno in patria.
- l’Inghilterra non inviterà, per non inimicarsi la Russia, il gen Anders e i suoi uomini alle solenni parate della vittoria. W. Churchill, che non è stato rieletto e quindi è all’opposizione, il 5 giugno del 1946 alla camera dei Comuni,pronuncerà queste parole.
“La sorte della Polonia sembra essere una tragedia infinita.. Ritengo deplorevole che nessun reparto delle truppe polacche, che hanno combattuto con noi su decine di campi di battaglia, versando il sangue per la causa comune, sia stato invitato a partecipare alla Parata della vittoria. Saranno nei nostri pensieri quel giorno. Non dimenticheremo mai il loro valore e le loro qualità militari che ci hanno condotto a conquistare gloriose vittorie a Tobruk, a Cassino, ad Arnhem…”
Il 2° corpo d’armata polacco diventerà un’armata in esilio (questo il titolo del libro di memorie di Anders). Alcuni polacchi troveranno la possibilità di fermarsi ad Imola, sposando donne imolesi e alcuni figli, nati da quei matrimoni, sono in mezzo a noi.