Relazione settimana

Enrico Malpezzi ci fa dono condividendo i suoi scritti

 Solitudine

E questa solitudine che mi accoglie tra le sue calde braccia, questa solitudine che riempie le mie tasche, che gioca con le mie lacrime, solitudine in cui non mi riconosco, in cui non mi vedo, da cui vorrei scappare …. scappare ad incontrare la solitudine degli altri, e abbracciare la loro solitudine, e condividere la loro solitudine, e piangere e ridere e correre … e sentirsi soli, sentirsi vuoti, sentirsi inermi … e questa solitudine che altro non è che lontananza da ciò che siamo, da ciò che vorremmo, da ciò che vediamo fuggire lontano … e questa solitudine soltanto specchio dell’egoismo … specchio di noi … specchio di quello che non riusciamo ad essere … solitudine di un fiore che cresce dolcemente lungo il crinale di una collina verde … solo senza di te … solo senza di me …. solo perché questo mantello non mi copre, non mi riscalda e lentamente il mio cuore si spegne nel freddo della solitudine …. e quel dado lanciato per sbaglio, quel dado a sei facce bianche, dove io posso semplicemente vedere il mio viso riflesso … riflesso di occhi che annegano nel mare della solitudine … in quella solitudine che accompagna stelle e galassie lontane dal calore del sole … trema quel vetro al passaggio di un’auto e dentro quell’auto il sorriso dolce della solitudine che mi saluta portandomi di nuovo vicino a te … mia solitudine …

L’armadio dei ricordi

Quante volte ho aperto l’armadio dei ricordi, spolverando quella vecchia scatola di latta con foto di una polaroid ormai ingiallite, quel maglione a collo alto color mattone e quei pantaloni di velluto a coste larghe … oppure aperto quel diario dove scrivevo le mie fantasie da adolescente, lontano da ogni diavoleria elettronica, lontano da una chat o dalle pagine dei social network, e avevo tempo per pensare alle parole che scrivevo, o meglio avevo modo di cancellare le frasi che non riuscivo a sentire mie … tutto era più lento, tutto era più privato; e in quell’angolo dell’armadio dei ricordi ecco una pila di vecchie musicassette, con le copertine ricoperte di titoli scritti a penna, quel blu che ha tinto centinaia di volte le tasche dei miei giubbotti e gli astucci pieni di matite e gomme; quelle cassette che registravo per ore dalla radio, in attesa della canzone preferita, cercando di sfumare la voce del D.J. che puntualmente entrava sul più bello … .oppure registrare le canzoni preferite dal disco appena uscito nel tentativo di creare quella compilation che avrebbe fatto breccia nel suo cuore, e che l’avrebbe convinta ad uscire con me; e ancora in quel cassetto un pacco di vecchie lettere con francobolli timbrati e carta profumata, quelle lettere che aspettavo per due settimane, che mi facevano correre verso il postino per osservarlo mentre consegnava la posta nelle cassette del condominio dove vivevo, e nei ricordi ancora l’emozione del momento in cui leggevo le prime righe e puntualmente cercavo le parole che mi confermassero che l’estate seguente sarebbe tornata da me, nello stesso bagno e nello stesso ombrellone; ed era bello incontrare i soliti amici e fotografarli con la polaroid e ogni anno capire che non saremmo mai più stati quelli dell’anno prima e che ognuno di noi avrebbe poi preso la sua strada, forse lontana, forse opposta alla nostra. In quei ricordi ritrovo l’accendino d’oro di mio nonno, accendino che usava due volte al giorno per accendere la sigaretta del dopo pranzo, in quei rituali che accompagnavano le sue giornate, la colazione alla mattina con i biscotti Atene e quella scatola di latta rossa che ne preservava il profumo e la fragranza, le liquirizie mangiate dopocena seduto nella seggiola della televisione, dove regolarmente dopo un oretta iniziava a dormire, e in quell’accendino vedo riflessa anche l’immagine di mia nonna che aveva sempre una parola ed un pensiero per me, quel qualcosa che mi dava sicurezza e gioia, quel qualcosa che mi faceva sentire a casa, e atteso … e quell’essere sempre accolto a braccia aperte e con il sorriso ha colorato le mie giornate e mi ha sempre dato la certezza che ci sarebbero stati …. sempre …. quell’armadio dei ricordi … che ogni tanto voglio spolverare, per sentirne ancora l’odore, il profumo del passato con quel sentore di pace e di protezione, per rivivere la dolcezza e la tenerezza del ricordo delle persone che non ci sono più e che non sono più parte della mia vita …. 

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E ti ho vista entrare, dolcemente ingombrante, con il profumo del tuo essere naturalmente donna, semplicemente donna, e da quel momento ho ripercorso mille volte il cammino del tuo sguardo e del mio sguardo. Ho rincorso onde di emozioni e follie d’incontri, paure e voglie … non ho saputo proteggere il tuo cuore e i tuoi occhi pieni di lacrime …. per paura, per paura di tempeste e nubifragi e non ho capito che dietro il tuo essere profumo e fantasia, dietro la tua immagine era nascosto un porto dove ripararmi e fuggire da tutto. Ho vissuto all’ombra di quello che mi era accaduto, incapace di seguire i tuoi passi, incapace di prenderti per mano come avrei voluto fare … una … mille volte … ho nascosto il battito del cuore per non farti capire quanto la tua presenza fosse importante, quanto il mondo sparisse dietro al tuo sguardo, dietro alla tua immagine riflessa nello specchio del desiderio.

E ti ho vista sorridere di gioia, piangere di rabbia, fuggire … ti ho vista scivolare lentamente lontano da me, senza però portare via la tua immagine dai miei occhi, la tua immagine che ha saputo farmi compagnia, ha saputo tenermi vivo, ha saputo essere presente … ti ho avuta con me, li dove eri, li dove sei sempre stata da quando incrociai il tuo sguardo quella prima volta, ti ho vissuta da lontano, purtroppo, e da lontano ti ho cercata, anche se tu non mi hai mai visto.

E in questa follia mi sono sentito vivo, mi sento vivo, e sento che in ogni destino esiste una via, una via che ciascuno a volte non riconosce, una via che a volte tiene nascosta …. Ma ogni volta in cui ti vedo, d’improvviso quella via si manifesta, con i suoi colori, i suoni e i profumi della festa … così come la vita rinasce dopo un freddo inverno e un bambino corre dopo un improvviso temporale estivo … ed è così che semplicemente e senza alcuna paura ti dico che ti ho sempre amata … si … amata del tutto ….

Amata del tutto … senza riuscire a respirare … senza capire la forza della tua mancanza … cercando di trovare tracce di te in ogni minuto di una giornata passata a ingannare il destino … trovando la tua voce e il tuo sorriso nelle memorie di un pomeriggio lontano ma vicino … e sentendo che in qualche modo il mio destino era legato al tuo per sempre … si, davvero … amata del tutto …

Per chi  ne vuole di più!!

Enrico Malpezzi ti_ho_amata ;

Enrico Malpezzi Un_Attimo_solo_per_noi