Riunione ordinaria n. 10 del 14 gennaio: Carlotta Toschi – una socia si presenta
Relazione settimana
UNA SOCIA SI PRESENTA
Carlotta Toschi
Quando mi è stato chiesto di scrivere una breve relazione a seguito del mio ingresso ero sicura, sin da subito, su cosa l’avrei voluta scrivere: sul diventare una rotariana, dopo essere stata una rotaractiana.
Quando ho iniziato a frequentare il nostro eClub, l’ho immediatamente raccontato ad un collega ed amico del Distretto 2032, ex rotaractiano e anche lui adesso rotariano.
Ho condiviso la mia perplessità circa il mio aspirantato e il divenire socia chiedendogli “Sarò all’altezza?” e la risposta è stata, semplicemente, un “ATTENZIONE, SPOILER: DIVENTERAI SOCIA!“.
La mia presentatrice ed amica Beatrice ha speso parole molto lusinghiere su di me ma sono io a doverle spendere su di lei, sul Rotaract e sul Rotary.
Ha ragione Beatrice nel dire che sono una “innamorata” di Rotary, come lo ero e sono ancora oggi del Rotaract.
Sono entrata nel Rotaract giovanissima e subito sono stata mandata al Ryla. Il Rotaract mi ha dato tutto: è stato un valore aggiunto per me ed esperienza unica ed irripetibile, all’interno della quale insieme a Beatrice e tanti altri ho avuto modo di crescere.
Ho viaggiato, ho studiato, ho visto. Non sono mai stata sola, in ogni momento, siccome sapevo che ovunque sarei andata ci sarebbe stato un Rotaract o un Rotary pronto ad accogliermi e così è stato.
Ho conosciuto persone straordinarie, tra cui Beatrice, con cui ho condiviso esperienze straordinarie. Alcuni dei più bei rapporti che ho, sono con persone che a volte non vedo spesso ma con cui mi sento frequentemente, nonostante la distanza e nonostante gli impegni. Ma anche questo è Rotary: abbattere le barriere del tempo e dello spazio e incontrarsi ancora, sapendo di poter condividere sempre gli stessi ideali, di valori e di vita e ripartire come se non ci si fosse mai separati.
Molte conoscenze rotaractiane sono uscite per entrare subito nel Rotary. Altri, come me, hanno aspettato.
Ho capito che avrei voluto essere rotariana (una buona – spero) quando ho iniziato a frequentare più assiduamente il Distretto Rotaract e Rotary 2070 e le conviviali del mio Rotary padrino.
Ho conosciuto rotariani straordinari, sia in Italia e all’estero: loro mi hanno insegnato che far parte dell’associazione non è solo portare una spilla e “andare a cena” ma significa “sporcarsi le mani” di service, significa progettualità, significa vie d’azione 7 giorni su 7 e 24 ore su 24.
Diventare rotariana, dopo quasi 12 anni di Rotaract e di duro lavoro e formazione all’interno dell’associazione, mi rende estremamente fiera. Ho sempre pensato che fosse la naturale prosecuzione delle cose diventare soci.
Ma ho anche sempre pensato che non fosse assolutamente un passaggio scontato. Te lo devi meritare e devi lavorare sempre.
L’attesa di 6 anni, a seguito della mia uscita dal Rotaract di Imola, è stata lunghissima perchè non avrei potuto più immaginare la mia vita senza l’appartenenza a un Club Service e senza il Rotary. Avevo paura di perdermi per strada e che non ci sarebbe stato più modo. Del resto, non si sa mai dove ti porta la vita.
L’attesa, però, mi ha permesso di crescere professionalmente e di presentarmi, ora, adulta e matura. Sono ancor più grata e consapevole adesso di essere parte della famiglia di quanto avrei potuto esserlo 6 anni fa. Essere rotariani, dopo che si è stati rotaractiani, è fare un continuo check up in accordo con il motto Service above self. E spero di presentarmi in questo momento della vita come socia con maggiore consapevolezza.
Non so davvero se sono all’altezza di portare la spilla e dire “anche io sono una rotariana” ma posso lavorare ogni giorno, insieme a tutti voi (ora noi) per esserlo.
E’ stato un bellissimo regalo di Natale e finalmente sono tornata a casa!
Grazie,
Carlotta